BUSSOLE - PARTE 1: SU QUALE MODELLO ORIENTARCI?

Bussola, o la si ama o la si ama! Come si fa a non voler bene a quell’affarino…con il suo aghetto rosso…con tutti quei numeretti attorno…che ci da tante soddisfazioni quando ci leva dagli impicci e ci fa tanto arrabbiare quando non ci indica la giusta direzione?!
A parte gli scherzi, l’orientamento è parte integrante della vita di ognuno di noi. Ci accompagna fin dall’inizio dell’evoluzione dell’uomo tanto che oggi è qualcosa di istintivo e primordiale (poi ci sarà chi è più portato e chi meno). Ma tornando a noi…chi meglio della nostra fidata bussola potrà indicarci il tanto agognato NORD?


Iniziamo col dire che ci sono diversi tipi di bussole (sai che scoperta!), ma quello che forse non è sempre chiaro è che sono diverse perché legate ad usi diversi. Nella pratica ne esistono molti tipi ma io mi soffermerò principalmente su due/tre tipi (quelle più affini alla pratica in montagna). Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio questa guida
http://www.msmountain.it/varie/attrezzatura/bussola1.html, l’ho trovata ben fatta e ricca di nozioni molto interessanti e da cui ho tratto alcuni spunti.

TIPOLOGIE


Le bussole più comuni sono le cosiddette “bussole da traguardo o rilevamento”: servono per misurare un azimut quando ci si trova in ambiente, poco si presta alla cartografia ed ai calcoli su mappe. Il funzionamento può variare a seconda della marca, le più comuni sono quelle con coperchietto e lente (vedi foto 1), ma ce ne sono anche di più precise (nella lettura, non necessariamente nella direzione) tipo le Virgina Outdoor (vedi foto 2) o le Recta tanto per dirne alcune. Generalmente in queste bussole la scala graduata ruota solidale con l’ago della bussola, così guardando nel mirino/lente si possono leggere immediatamente i gradi.

foto 1
foto 2

L’altra importante categoria sono le “bussole da carteggio”: sono adatte ai calcoli su carte e mappe ma non sempre sono adatte ad orientarsi con precisione in ambiente. Cosa cambia nel funzionamento? L’ago ruota in maniera distinta dalla ghiera graduata (che invece si può ruotare a proprio piacimento durante i calcoli). Hanno il fondo trasparente per migliorare la lettura della carta sullo sfondo, inoltre hanno righelli in mm, scale di conversione 1:25.000 e i righelli per il calcolo delle coordinate rispetto alle coordinate UTM.

fonte Silva

Di quest’ultima categoria però ne esiste una variante che grazie ad uno specchietto permette di facilitare il traguardo in ambiente. Il vantaggio è notevole perché si può utilizzare in maniera estremamente precisa su carta e comunque molto buona durante le uscite. Hanno la base in plastica trasparente come le bussole da carteggio, ma in più hanno un coperchietto con uno specchio interno. Il coperchietto, oltre che proteggere meglio la bussola stessa, inclinato a circa 45° serve per traguardare con precisione in ambiente.


Personalmente come bussola principale, durante la pianificazione e l’utilizzo in ambiente, io ho scelto quest’ultima tipologia perché racchiude in se entrambi i vantaggi. Trovo che in una scala di valori da 1 a 5 questi siano i valori delle tre tipologie per i due utilizzi (carta e ambiente):

  • bussole da traguardo: 5/5 in ambiente, 3/5 su carta
  • bussole da carteggio: 3/5 in ambiente, 5/5 su carta
  • bussola da carteggio con specchietto: 4/5 in ambiente, 5/5 su carta

Io ho acquistato una Silva Ranger, ma tra le migliori marche si possono annoverare Recta, Suunto, Brunton (e comunque non sono le uniche). Migliore significa che in genere sono più precise. Non voglio fare disinformazione ma per esperienza diretta (e non), posso dire che marche anche meno famose non sono necessariamente peggiori. Spesso capita che le marche più costose siano più veloci nel segnare la posizione e più sensibili, la maggiore sensibilità però può peggiorarne il funzionamento in presenza di campi magnetici (a volte più di una bussola di marca meno famosa). In sostanza il mio consiglio è questo: non è necessario comprare come prima bussola un patacco da 50-100€ con la convinzione che sia la scelta migliore, iniziate con qualcosa di più economico (economico non vuol dire necessariamente peggiore) e poi se dopo un po’ di utilizzo vorrete fare il salto di qualità saprete su cosa orientarvi.

Come ho già detto all’inizio lo ribadisco ora: le marche, le tipologie ed il relativo funzionamento delle bussole sono molte di più. La mia è stata una rapida occhiata a quelle più comuni. Per esempio la Recta DP6 differisce nel metodo di traguardo dalla Virginia Outdoor o dalla classica Konus ma in tutti e tre i casi si parla di bussole da traguardo.

I LIMITI DELLA BUSSOLA


Bussola non vuol dire salvezza. Pur sapendola usare può non essere sufficiente per levarci dai guai, facciamo qualche esempio.

Senza carta una bussola indica semplicemente il nord e quindi non sarà possibile fare il punto della nostra posizione, ne tantomeno capire quale direzione seguire. Ammettiamo di avere la carta ma a causa delle condizioni atmosferiche (vento, pioggia, nebbia, ecc..) non ci è possibile usarla, anche in questo caso la bussola sarà utile solo se si ha almeno un minimo idea di dove ci si trova. Diciamo che la carta ce l’abbiamo, possiamo affiancarla alla bussola e le condizioni atmosferiche sono ottimali ma ci troviamo in mezzo ad un fitto bosco, in una vallata chiusa, ecc…anche in questo caso non avendo punti di riferimento non potremo traguardare niente per orientarci.

Insomma, il buon funzionamento della bussola non si può valutare solo da se stessa ma anche da altri oggetti/fattori (partendo sempre dal presupposto che chi ce l’ha la sappia usare e ci metta anche della materia grigia per incrociare i dati disponibili). Molti, se non la maggior parte, dei casi sopra elencati possono essere risolti con un semplice ricevitore GPS che in genere dispone già di cartografia, non teme acqua, vento ecc…ma soprattutto anche in caso di scarsa visibilità può sempre dirci dove ci troviamo e il tragitto che abbiamo percorso. Non voglio entrare nella diatriba bussola vs gps, anzi lo farò in un confronto al più presto, ma per ora dico che affiancare i due strumenti forse potrebbe essere la scelta giusta. (vedi: GPS VS BUSSOLA...FIGHT!)

Nota bene: tanto il gps quanto la bussola (forse più la seconda) necessitano di esperienza sul campo ma soprattutto della capacità di elaborare dati in tempo reale ed interpretarli (e parlo del nostro cervello!), quindi la persona che sta dietro la bussola è la principale fonte di informazioni, se si sbaglia spesso è per colpa nostra e non della bussola! Io dico sempre che la bussola sta alle tabelline come la il gps sta alla calcolatrice: prima impari a fare di conto a mente, poi usi la calcolatrice…se la calcolatrice non funziona sai sempre fare calcoli a mente (ps. ripassare spesso le tabelline eh!).

La seconda parte verterà sull'utilizzo pratico e nozioni un po' più tecniche...
BUSSOLA - PARTE 2: USO PRATICO