Verso la fine di febbraio mi viene proposto di fare questa escursione ma decidiamo di rimandare, causa impegni e le poche ore di luce, al mese successivo. Così durante il mese di marzo inizio a raccogliere tutte le informazioni necessarie e a pianificare nel dettaglio il percorso.
Sin dall'inizio si capisce che sarà un bel giretto da fare, si parla di più di 15km di sali e scendi. Da non prendere troppo sottogamba ma nemmeno da preoccuparsi.
"Apro e chiudo una parentesi. Per registrare il percorso che faccio durante le mie uscite utilizzo spesso il mio ricevitore GPS Garmin eTrex 30. Più avanti preparerò una serie di guide per imparare a sfruttarlo al meglio: migliorare la precisione del fix, impostare tracce da seguire, preparare da casa il percorso con il software cartografico BaseCamp, utilizzarlo nelle situazioni di emergenza, ecc... Non bisogna assolutamente essere dipendenti dal GPS ma è bene imparare a sfruttarlo a pieno perché a me è stato di enorme aiuto in diverse occasioni, presto capirete il perché! Chiusa parentesi."
Così la mattina del 20 marzo alle 11 circa del mattina iniziamo la nostra escursione. L'obiettivo è arrivare a località Seghettina a sud del lago dove sostare per la pausa pranzo. La morsa della fame però ci costringe a fermarci molto prima, diciamo a circa 1/3 dell'anello. Dopo una mezz'oretta ripartiamo e fino alle 2 del pomeriggio tutto fila liscio, siamo nel punto più a sud del lago ma ancora lontani da località Seghettina.
Da questo punto in poi la segnaletica sparisce quasi completamente, iniziamo a perderci tra le tracce di sentiero che si ramificano nei boschi facendoci aiutare in più di un'occasione dal fidato GPS. Arrivati a località Seghettina troviamo una fontana e decidiamo di buttare l'acqua rimasta ormai calda per riempirla con quella della fontana: errore madornale, dopo averla svuotata e riempita ci accorgiamo che l'acqua (sebbene dovrebbe essere potabile) è piena di residui e animali. Probabilmente è dovuto dal fatto che durante l'inverno non viene usata e l'acqua è stantia. Da questo momento in poi siamo senz'acqua.
Dalle 3 alle 5 del pomeriggio siamo praticamente in balia del bosco, dei torrenti da guadare a salti e di alcune ripide salite/discese che superano il 35% di dislivello. Nelle zone d'ombra del bosco inizia ad essere abbastanza buio e noi dalle 3 stiamo facendo affidamento quasi unicamente sul GPS per ritrovare il sentiero quando, a causa di una segnaletica praticamente inesistente, lo perdiamo.
Sono le 5 e mezza quando affrontiamo l'ultima interminabile salita che, portandoci nel punto più alto di tutto il percorso, ci fa scorgere quello che è il punto di inizio e di fine: la diga.
Sono le 6 e quaranta circa quando abbastanza provati finalmente arriviamo alla macchina.
Sono trascorse 7 ore e quaranta, durante le quali abbiamo sostato al massimo per 45 minuti in tutto. Alla fine il nostro caro e fidato GPS ci dice che abbiamo percorso 18,6 km per un totale di salita/discesa di 1120m circa.
Per scaricare la traccia GPX del percorso clicca QUI.
Considerazioni finali
- prepararsi bene l'itinerario specie se non si conosce la zona;
- non buttare l'acqua se non si ha la certezza di rimpiazzarla con dell'altra potabile
- per precauzione nelle lunghe escursioni portarsi almeno una torcia (io ne ho sempre una frontale nello zaino, ma di questo ne parlerò meglio più avanti)
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